Cerimonia di consegna delle certificazioni linguistiche inglese e latino

Oltre le barriere, oltre la storia…

Tra ali di futuro e radici di passato

Risalendo la corrente della storia, sembra che Carlo Magno avesse pronunciato queste parole: «Conoscere una seconda lingua significa possedere una seconda anima». Carlo Magno, fondatore del Sacro romano impero, tra VIII e IX secolo, sente il bisogno di esprimersi così in merito alla conoscenza della lingua straniera. La storia dell’uomo si snoda lungo una linea di progresso costante e continuo; pertanto, ancor più nel XXI secolo, possiamo avallare a gran voce l’importanza e la necessità della conoscenza delle lingue straniere, che permettono di comunicare un medesimo concetto con colori diversi, di arricchire un concetto con sfumature differenti, di unire popoli lontani nel tempo e nello spazio. L’Istituto “Silvio D’Arzo” dà ampiamente voce alla formazione degli studenti in merito alla Lingua inglese, finanziando corsi della durata di 30 ore cadauno per i livelli B1 e B2, tenuti da docenti madrelingua. I corsi sono preparatori all’Esame di certificazione linguistica e riscuotono, ogni anno, grande successo sia in termini di iscrizioni sia in relazione ai brillanti risultati conseguiti dagli allievi. Basti pensare che, lo scorso anno scolastico, ben 44 studenti hanno sostenuto l’Esame per la certificazione B1 e 29 per la certificazione B2. Diversi discenti, poi, si sono distinti riuscendo ad aggiudicarsi la certificazione del livello C1.

Padroneggiare una lingua straniera significa aumentare il proprio bagaglio culturale, significa accrescere le possibilità di successo professionale e umano, significa superare, almeno mentalmente, inutili barriere tra culture. Già in epoca romantica, lo scrittore Johann Wolfgang von Goethe scriveva «Chi non conosce le lingue straniere non conosce nulla della propria», e proprio, a partire dall’Ottocento, si avverte l’esigenza di aprirsi alla tradizione dei territori d’Oltralpe e si invitano gli studiosi italiani a comprendere e tradurre testi di scrittori coevi francesi, tedeschi, inglesi. Molto più recentemente il giornalista Corrado Augias ha sostenuto «Un giovane che voglia avere davanti a sé una ragionevole porzione di futuro dovrebbe dominare almeno tre livelli linguistici: il dialetto locale, quando c’è; la lingua nazionale; una lingua straniera». Vantare una certificazione linguistica equivale, infatti, a conseguire un titolo di studio riconosciuto a livello mondiale da Università, Corsi di Studi, Programmi di mobilità internazionale, Aziende e Datori di lavoro. Titolo di studio che correderà il proprio curriculum accademico e professionale, garantendo un maggiore slancio verso il mondo del lavoro.

Se la conoscenza delle lingue moderne è conditio sine qua non per sentirsi cittadini del mondo, non dobbiamo trascurare l’importanza di approfondire le lingue antiche, che sono patrimonio culturale e fonte di entusiasmante ispirazione. All’interno della Scuola, infatti, trovano espressione anche corsi preparatori di Lingua latina, che si articolano in cinque lezioni per un totale di sette ore e mezza. Una decina di discenti ha partecipato all’Esame ed ha conseguito la certificazione A1. La prova mira a verificare la capacità di comprensione di un testo e a misurare le competenze grammaticali dei partecipanti. Le lingue classiche sono rigore, esattezza, precisione; lo stesso Leopardi apostrofa la lingua latina come «così esatta, così regolata e definita […]».

Si tratta di una lingua il cui studio aiuta ad impostare una peculiare forma mentis ed è tutt’altro che reliquia del passato, se si pensa a quante espressioni e proverbi della lingua latina tuttora impieghiamo che, in traduzione, perderebbero di efficacia. Le parole italiane derivano, quasi in toto, dal latino e conoscere l’etimologia di un termine ne facilita comprensione e memorizzazione. Inoltre, anche il lessico inglese è stato influenzato dal latino; pertanto, non è raro, per gli studenti, incorrere in una parola inglese dalla radice latina. Il sapere è davvero circolare ed enciclopedico. Khaled Hosseini scrive: «Se la cultura fosse stata una casa, la lingua era la chiave della porta che permetteva di accedere a tutte le stanze».

Giulia Sorgente



Skip to content