PROGETTO TEATRO

Progetto Teatro Internazionale, 2-8 maggio Fort aan de Klop (Utrecht)

Progetto Teatro Internazionale, 2-8 maggio Fort aan de Klop (Utrecht)

Si è concluso il Progetto, in collaborazione con Etoile, di Teatro internazionale la cui referente è la prof.ssa Ester Montanari: una settimana trascorsa a pochi km da Utrecht, nel Fort aan de Klop, durante la quale studenti e studentesse dell’Istituto Silvio D’Arzo, insieme ai ragazzi e alle ragazze della scuola del Creative College di Utrecht e dell’ITAF (Iternational Theater Academy of FITA) si sono immersi in un’atmosfera
particolare e coinvolgente. L’Etoile Project, al quale il nostro Istituto partecipa ormai da diversi anni, è un’esperienza di formazione estremamente forte. Non è solo arte, non è solo teatro, è relazione, sensazione, comunicazione, scoperta di sé in un’attività di decostruzione e ricostruzione. Per ragazze e ragazzi dai 16 ai 19 anni significa mettersi in gioco, sperimentare nuovi linguaggi, nuovi approcci, scoprire nuovi occhi con i quali guardare il mondo.
Il programma della settimana è stato molto serrato: prove mattina e pomeriggio, sotto lo sguardo attento del Direttore Artistico Daniele Franci e della regista e autrice del testo Maria Beatrice Papagni (Bobby), per mettere in scena uno spettacolo il cui titolo, “The Scientist”, sembra non aver nulla a che fare con l’argomento di cui tratta. Il tema centrale del testo parla infatti di emozioni. Un gruppo di scienziati si interroga e constata un’eccessiva presenza di alcune di esse: ansia, paura, rabbia. Al contrario, di altre, gioia, creatività, felicità, speranza si è persa quasi traccia o ne sono rimaste pochissime gocce.
In un momento nel quale alcuni eventi improvvisi hanno stravolto le nostre vite, generando spesso anche tanto disagio e malessere, per degli adolescenti, la cui formazione è l’obiettivo del nostro lavoro di insegnanti, lavorare sulle emozioni e guardarsi dentro per imparare a riconoscerle, è un’operazione per nulla semplice né tanto meno scontata. Comprendere e accettare che tutte le emozioni, positive o negative, sono componenti fondamentali della nostra esistenza è una delle chiavi necessarie per scegliere chi o cosa si vuole essere. “Si dice che un cuore una volta spezzato non riesca più a tornare come nuovo, rimarrà sempre un cuore guasto, difettoso. E invece non è così. Il dolore ha quasi sempre una ragione alle spalle.”
Un’esperienza come quella di Etoile Project apre la strada per questo processo, che è costante e non si ferma neanche quando si diventa adulti.
Il gruppo si è esibito davanti al pubblico la sera del 7 maggio, riuscendo a risvegliare emozioni e lasciando nell’aria il suo messaggio: come si fa ad affrontare le emozioni negative e dunque riuscire ad essere felici? La risposta, nella sua semplicità, potrebbe sembrare banale: “Love could be the common denominator of all emotions that pass through us”. L’amore, inteso nel senso più ampio del termine, è ciò che ci dà speranza.
“Per me l’amore è…far sorridere mia nonna anche adesso che mio nonno non c’è più.”
Il momento dell’improvvisazione ha dato la possibilità ad ogni attore e ogni attrice di esprimere la propria visione dell’amore.
Se la scuola deve essere luogo di crescita e strumento di costruzione della propria personalità, questo è uno dei modi in cui riesce a farlo: mettendo in essere progetti extrascolastici che diano la possibilità di scoprire e scoprirsi. Non sappiamo cosa faranno questi studenti della propria vita, quali strade sceglieranno. Siamo sicuri però che, anche grazie a questi momenti vissuti al Fort aan de Klopp, insieme a Daniele e Bobby, Maria Grazia De Marco (Coordinatrice del Progetto) e Wietse Ottes (Direttore Tecnico), avranno nel loro bagaglio qualche goccia in più per imparare a scegliere.
“Some people find it difficult to accept love, some other are made for love, and even other look for love, they look for someone who can love them as they deserve. Just two things save our lives: love and laughing.
If you have one of them, that’s good. If you have both you are invincible.”
Per Aristotele la felicita è eudaimonìa, significa trovare il proprio buon (eu) demone, significa trovare quella forza interiore che si prova quando si fa ciò per cui si è portati, ciò in cui si riesce a dare il meglio di sé. Tutto ciò è possibile però solo se ci si mette davanti ad uno specchio e ci si domanda “Io chi sono?”. Il Progetto di Teatro Internazionale permette, a chi è disposto, di fare anche questo.
Hanno partecipato al progetto: Yasmin Anouar, Giada Barbarino, Lorenzo Esposito, Marianna Ferraroni, Davide Montanari, Davide Rozzi, Michele Tagliavini, Iacopo Vertemara e, per la parte di comunicazione e social media, Lorenzo Biasini, Chiara Curti, Giorgia Gazzotti.



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